approvato il decreto che recepisce la Direttiva europea sulla protezione dei lavoratori esposti all’amianto

Fabrizio Protti (SAN): “Siamo orgogliosi di aver contribuito con la nostra azione a questo risultato. Ora serve armonia tra i Ministeri per proseguire nella giusta direzione e al Ministero del lavoro compete, finalmente, aggiornare il Decreto 81 per l’ambito amianto, dopo mille aggiustamenti, anche fallimentari del passato, per rendere operativa la nuova stagione dettata dall’Europa, nel rispetto di quanto dettato dalla legge e nel riconoscimento della formazione specialistica, di cui noi siamo precursori e parte integrante del sistema”

Roma, 9 ottobre 2025

«Eravamo al corrente del recepimento già da mercoledì 8 mattina, quando l’atto era alla firma, e siamo felici che anche le nostre azioni incessanti verso il governo e alcuni uffici, abbiano determinato questo importante risultato di LEGALITA’.


Questo governo sta correndo nella giusta direzione verso un’armonia tra i Ministeri, e con grande attenzione al tema.

Ora sta al Ministero del Lavoro di rimettere mano al Decreto 81 che inevitabilmente deve essere modificato per seguire le linee che l’Europa ci ha indicato e che noi abbiamo accettato.

In questi mesi ho avuto incontri istituzionali che mi riferivano di linee di pensiero che giudicavano la direttiva irrecepibile, perché il nostro Decreto 81 era differente, magari in taluni punti anche più restrittivo, e di proposte francamente, né strategiche né percorribili, di gruppi che spingevano per un recepimento parziale che avrebbe messo in mora l’Italia e ci avrebbe fatto passare da “poco pragmatici e molto snob” agli occhi di tutta Europa.

L’Italia invece ha fatto la sua parte nella direzione giusta, considerando che questa direttiva è passata, prima di essere scritta, al vaglio di tutti i Ministeri del lavoro degli Stati membri ed è frutto di un testo condiviso, a cui io personalmente, come consulente esperto, ho partecipato alla prima stesura per la parte di consultazione con gli stakeholder e gli esperti già nel 2022.

Perciò era bizzarro l’atteggiamento di chi diceva di non voler recepire in toto ciò che il nostro Governo, attraverso il grande lavoro del Ministero del Lavoro e dell’INAIL, insieme a tutti gli altri enti di protezione del lavoro europei, aveva contribuito a costruire.


Mi rammarica solo che, per questi “ostruzionismi”, siamo arrivati dopo la Romania – Paese con cui stiamo collaborando – che, pur avendo bandito l’amianto solo nel 2017, è stata più veloce ed efficace di noi nel recepire la normativa, pubblicandola in Gazzetta ufficiale il 24 settembre, quindici giorni prima di noi.»


Fabrizio Protti, Presidente Sportello Amianto Nazionale


Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri

Nella seduta n.144 dell’8 ottobre 2025, il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, lo schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva (UE) 2023/2668 del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 novembre 2023, che modifica la direttiva 2009/148/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un’esposizione all’amianto durante il lavoro.

Cosa cambia: principali novità introdotte dalla Direttiva 2023/2668

La nuova direttiva detta regole più rigorose e precise riguardo alla gestione del rischio amianto, con cambiamenti importanti in termini di limiti d’esposizione, metodi di misura, autorità autorizzative, responsabilità e formazione. Ecco i punti salienti (integrando anche le analisi da fonti tecniche):

  1. Nuovi limiti di esposizione professionale

    • Fino al 20 dicembre 2029, il limite massimo è fissato a 0,01 fibre per cm³ (media ponderata su 8 ore, TWA).

    • Dal 21 dicembre 2029, si introduce una distinzione nel metodo di conteggio:

      • con microscopia elettronica (o metodi equivalenti), il limite resterà 0,01 fibre/cm³;

      • con microscopia ottica/PCM (metodo tradizionale), il nuovo limite sarà 0,002 fibre/cm³.

  2. Metodologia di misura moderna: microscopia elettronica (EM)

    • La direttiva impone che gli Stati membri adottino metodi analitici basati su microscopia elettronica o metodi equivalenti, più sensibili rispetto alla microscopia ottica/PCM, entro una finestra di adeguamento tecnico.

    • L’obiettivo è migliorare la rilevazione delle fibre ultrasottili, che non sempre sono conteggiate con metodi tradizionali.

    • I nuovi metodi dovranno diventare standard entro il 21 dicembre 2029.

  3. Nuovi obblighi autorizzativi e notifica

    • Per lavori di demolizione, rimozione o manutenzione in edifici antecedenti al divieto nazionale, è obbligatorio ottenere un’autorizzazione preventiva da parte dell’autorità competente, presentando documenti quali: ubicazione, tipologia e quantità di materiali contenenti amianto, numero dei lavoratori esposti, cronoprogramma, certificati di formazione e documentazione di valutazione sanitaria.

    • Il datore di lavoro deve valutare preventivamente l’eventuale presenza di materiali contenenti amianto chiedendo informazioni, se disponibili, ai proprietari o ad altri datori, e, in assenza di dati, incaricare un operatore qualificato per l’indagine prima di iniziare i lavori.

    • Si definisce, nella direttiva, la figura dell’operatore qualificato con requisiti specifici di competenza per eseguire rilevazioni di materiali contenenti amianto (MCA).

  4. Valutazione del rischio e priorità di rimozione

    • Il datore di lavoro, come sempre, deve valutare il rischio, ma la direttiva enfatizza la priorità della rimozione dei materiali contenenti amianto rispetto a interventi minori, se tecnicamente possibile.

    • Le misure protettive devono garantire che l’esposizione sia mantenuta “al più basso livello tecnicamente possibile”, ovvero applicare il principio ALARA (As Low As Reasonably Achievable).

    • Se in corso d’opera si riscontrano condizioni impreviste con concentrazioni superiori al limite, i lavori devono essere sospesi finché non vengano adottate misure adeguate.

  5. Formazione qualificata e certificata

    • Diventa obbligatorio che i lavoratori che intervengono su materiali contenenti amianto ricevano una formazione specifica e certificata, con contenuti, durata, frequenza minima e modalità definite, e che ogni formazione rilasci un certificato contenente data, durata, contenuto e dati del formato/ente.

    • Per le attività di demolizione o rimozione, la formazione deve riguardare anche le attrezzature impiegate per contenere l’emissione e dispersione delle fibre.

  6. Registro malattie professionali e monitoraggio

    • Gli Stati membri devono mantenere un registro aggiornato di tutti i casi di malattie professionali correlate all’amianto, con diagnosi medica.

    • Entro il 31 dicembre 2028, la Commissione UE deve valutare la possibilità di un ulteriore abbassamento dei limiti sulla base dei dati raccolti, degli sviluppi tecnici e dell’efficacia dei metodi analitici.

  7. Tempistiche e recepimento nazionale

    • La direttiva deve essere recepita dagli Stati membri entro il 21 dicembre 2025.

    • Le nuove modalità analitiche (microscopia elettronica, conteggio fibre ultrasottili) devono essere pienamente operative entro il 21 dicembre 2029.


La lungimiranza dello Sportello Amianto Nazionale

La strategia europea oggi recepita trova un solido fondamento nella visione anticipatrice dello Sportello Amianto Nazionale APS, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con Decreto Ministeriale n.166 del 4 luglio 2025 come associazione di protezione ambientale di carattere nazionale.

Già anni prima dell’approvazione della direttiva europea, lo Sportello Amianto Nazionale – in collaborazione con UNI – Ente Italiano di Normazione – aveva infatti costruito e pubblicato le prime Prassi di riferimento nazionali per la gestione del rischio amianto, prevedendo modelli di formazione specialistica, qualificazione delle competenze e sistemi di certificazione professionale.

Tali prassi, nate da un percorso di lavoro condiviso e scientificamente validato, si rivelano oggi pienamente coerenti con la nuova direttiva europea, che pone al centro proprio la formazione qualificata e certificata come garanzia di tutela per i lavoratori e di efficienza per le imprese.


La Scuola di Alta Formazione UNI / Sportello Amianto Nazionale

Da questa visione condivisa è nata la Scuola di Alta Formazione per la Gestione del Rischio Amianto, istituita congiuntamente da UNI e dallo Sportello Amianto Nazionale, che oggi diventa un elemento imprescindibile ed integrato al nuovo quadro legislativo.
La Scuola rappresenta il primo sistema nazionale di formazione specialistica conforme agli standard europei e alle prassi UNI, e sarà la piattaforma di riferimento per la preparazione e l’aggiornamento dei professionisti del settore: tecnici, datori di lavoro, operatori, formatori, medici competenti e responsabili della sicurezza.

Il modello UNI/SAN non solo garantisce la formazione continua e certificata, ma introduce anche la creazione di registri ufficiali delle professioni qualificate, aprendo la strada a una nuova fase di riconoscimento pubblico delle competenze e di trasparenza nel settore.


Verso una nuova governance della sicurezza e della salute

Lo Sportello Amianto Nazionale, Associazione di protezione ambientale riconosciuta ai sensi dell’art.13 della L.349/86 con DM n .166/2025, che collabora con oltre 4.000 Comuni italiani, con colloqui, intese e collaborazioni con INAIL, INPS, UNI, ISS, ISPRA e le Commissioni parlamentari e Ministeri, ritiene che questo decreto rappresenti un punto di svolta epocale nella politica di prevenzione, che deve ora tradursi in una armonizzazione del D.Lgs. 81/2008 e in una governance chiara e unitaria del rischio amianto e ogni giorno il SAN svolge azioni in tal senso verso con e verso il Governo.

«L’Europa ci ha indicato la via, ma il merito dell’Italia è averla percorsa con responsabilità e visione – afferma il Presidente Protti –. Oggi il sistema Paese deve essere pronto ad applicare la direttiva con strumenti concreti: formazione certificata, controlli efficaci, e una cultura della sicurezza condivisa.»


Un passo di civiltà

Con l’approvazione del decreto di recepimento, l’Italia conferma il proprio impegno nel percorso europeo verso un continente “libero dall’amianto”, e riconosce il valore strategico della formazione specialistica come chiave di prevenzione e tutela.
Come conclude il Presidente Protti:

“Non si tratta solo di un aggiornamento normativo, ma di una vera rivoluzione culturale.
La formazione certificata diventa il cuore del cambiamento: conoscere per proteggere, formare per salvare vite, condividere per costruire sicurezza.”

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