Mappatura Nazionale

L’amianto (o asbesto) comprende una famiglia di silicati fibrosi che, per le caratteristiche di resistenza al calore, agli acidi ed alle alcali, è stato, fino al 1994, largamente usato nell’industria, nei trasporti e nell’edilizia, sia in forma friabile (coibentazioni di tubature, pannelli isolanti, rivestimenti isolanti a spruzzo) che compatta (manufatti in cemento-amianto quali lastre piane o ondulate per coperture, canne fumarie, serbatoi e condotte per acqua, pavimenti vinilici).

I suddetti materiali e manufatti contenenti amianto, a causa della vetustà ed in assenza di idonea manutenzione, possono rilasciare in aria fibre di amianto che, se inalate, provocano gravi patologie dell’apparato respiratorio (l’asbestosi, placche pleuriche e inspessimenti pleurici diffusi, il tumore maligno del polmone e della laringe e il mesotelioma pleurico) nonché neoplasie a carico di altri organi.

Queste patologie sono caratterizzate da un lungo intervallo di latenza tra l'inizio dell'esposizione e la comparsa della malattia, intervallo che, nel caso del mesotelioma, è in genere di decenni.

Dove la legge
parla di mappatura

Già la L.257 del 27.3.1992 affidava alle Regioni il compito di predisporre piani di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto, mentre una ulteriore definizione dei criteri per la realizzazione di tali piani, nonché delle funzioni e dei compiti delle Regioni, veniva delineata con il DPR 08 agosto1994. In particolare, il citato DPR, all’art.8, stabiliva che i piani regionali: “identificando una scala di priorità prevedono controlli periodici in relazione alle seguenti possibili situazioni di pericolo.”

Tra le altre situazioni di pericolo ascrivibili alla possibile presenza di amianto venivano indicati i capannoni utilizzati e/o dismessi, gli edifici e strutture ove è presente amianto spruzzato, gli impianti industriali ove è stato usato amianto per la coibentazione di tubi e serbatoi.

Inoltre, l’art.2 dello stesso DPR 8 agosto 1994 indicava i criteri con cui realizzare il censimento degli edifici nei quali sono presenti materiali o prodotti contenenti amianto libero o in matrice friabile.

Declinava le “Normative e metodologie tecniche di applicazione dell’art.6 comma 3 e dell’art. 2 comma 2 della L257 de/27 marzo 1992”.

La L.93 del 23 marzo 2001 “Disposizioni in campo ambientale” ha previsto, tra l’altro all’art.20, l’effettuazione del censimento dell’amianto e degli interventi di bonifica, i finanziamenti necessari per la realizzazione della mappatura dei materiali contenenti amianto presenti sul territorio nazionale, demandando ad un successivo decreto:

  1.  i criteri per le priorità degli interventi di bonifica;
  2. i soggetti e gli strumenti per la realizzazione della mappatura;
  3. le fasi e la progressione per la realizzazione della mappatura.

Il DM n°101 del 18 marzo 2003 “Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto, ai sensi dell’art.20 della L.93 del 23 marzo 2001″ conferma (art.1) i compiti relativi alla realizzazione della mappatura, già attribuiti alle Regioni.

In particolare, il ruolo dei Comuni è fondamentale per la tutela della salute dei cittadini dai rischi connessi con l’esposizione all’amianto, mediante il censimento, su base locale, dei siti o edifici in cui lo stesso è presente e la sua progressiva rimozione.

Già a partire dai primi anni del 2000 è risultato impellente e prioritario il problema dell’individuazione, della stima e della caratterizzazione della presenza di materiali contenenti amianto (MCA) sul territorio nazionale. Infatti, alla già ampia normativa vigente all’epoca in merito (L. n.257 del 27-03-1992, D.M. 06-09-1994, D.P.R. 08-08-1994, D.M. Sanità 20/08/1999, D.M. 14/05/1996), si è aggiunto il D.M. n.101 del 2003 (“Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto ai sensi dell’art. 20 della Legge 23 marzo 2001 No.93”).

Tale Decreto Ministeriale fornisce tutti gli strumenti utili ad indirizzare le varie attività necessarie alla corretta compilazione di una Mappatura dei MCA presenti sul territorio ed individua nelle Regioni i principali fautori di tali attività. Inoltre, con ampia lungimiranza, indica la gestione di questo processo attraverso strumenti e tecnologie, già presenti all’epoca, in grado di correlare tra loro tutta una serie di informazioni di tipo anagrafico, quantitativo e geografico e renderle interrogabili e fruibili mediante applicativi specifici (GIS, SIT) (Art.3 del D.M. n.101 del 2003).

Nonostante questo decreto fosse ben allineato con le specifiche e reali necessità legate alla gestione della problematica amianto, non sono scaturiti metodi risolutivi per quanto concernesse una rapida ed efficace individuazione dei siti con presenza di Materiali Contenenti Amianto anche in considerazione della massiccia presenza di questo materiale sul territorio nazionale.

Infatti, i primi strumenti legati alla realizzazione di una mappatura erano e sono tuttora affidati principalmente a forme di autonotifica secondo le quali i proprietari di coperture, manufatti, etc. contenenti amianto hanno l’obbligo di comunicare la presenza del materiale nelle loro proprietà e far confluire, quindi, tali informazioni all’interno di apposite banche date regionali come sancito dalla Legge n.257 del 27/03/1992.

Purtroppo, ad oggi, tali percorsi di autonotifica non hanno sortito a scala nazionale i risultati auspicati anche e soprattutto a causa di una scarsissima risposta da parte della popolazione con il risultato di far trascinare il problema e facendo sì che anche la sua percezione fosse sottostimata.

Pertanto, con l’obiettivo di pervenire in tempi brevi ad una mappatura la più esaustiva e completa possibile e, in ottemperanza a quanto richiesto dalla normativa vigente, è possibile fare ricorso a tecnologie e metodologie testate ed efficaci specificatamente realizzate per risolvere il problema dell’individuazione delle coperture in MCA presenti sul territorio che, secondo stime INAIL, rappresentano oltre il 90% dei MCA complessivi.

In particolare, attraverso questo approccio, la fase della mappatura non è più delegata alla sensibilità del singolo cittadino o ad attività di ricognizione della P.A. ma bensì a moderne e testate tecnologie che abbinano il Telerilevamento di immagini multispettrali alla gestione dati territoriali in ambiente GIS. Inoltre, questo strumento è predisposto per essere ulteriormente compilato con tutte le informazioni richieste dalla normativa vigente con tempistiche estremamente ridotte rispetto a qualsiasi altro approccio esistente.

Infine, dal punto di vista della normativa vigente la metodologia adottata rientra all’interno di quelle attività e metodologie promosse dal Piano Nazionale Amianto che nel Sub-Obiettivo 1 – Miglioramento della resa delle azioni già messe in campo, recita: “Dovrà inoltre essere incoraggiato l’uso delle “Best Practices”, quali l’analisi spettrale delle immagini acquisite da aereo e da satellite (solo coperture), già disponibili incrociate con rilievi in situ di controverifica affidati alle ARPA o ad altri uffici istituzionalmente competenti”.

I comuni che si affidano al protocollo dello Sportello Amianto Nazionale aiutano i cittadini nel corretto approccio ad una vita migliore Asbestos Free.

Lo Sportello Amianto Nazionale ha studiato precisi protocolli e una serie di servizi ben definiti ed altamente professionali per la realizzazione di Mappature rispetto allo Stato dell’arte riferito alla mappatura di Aree e località su desiderio dell’interlocuzione di Stato.

I servizi sono a disposizione dei comuni che sostengono lo Sportello Amianto Nazionale e si articolano in localizzazione e precisi protocolli di Follow Up determinati all’incentivazione della ristrutturazione e della bonifica di ogni manufatto contenente amianto.

Dinamiche di interazione attiva messe in atto con puntualità determinano un percorso virtuoso che incentiva prima dell’eventuale applicazione delle direttive e costrizioni di legge, il cittadino alla bonifica, accompagnandolo nel percorso con tutte le leve ed opportunità necessarie a favorirla.

Qui di seguito lo Sportello Amianto Nazionale invece propone una mappa interattiva che determina la localizzazione sul territorio nazionale di tutte le mappature ed i censimenti realizzati in 27 anni dallo Stato, che allo stato dell’arte per come segnalato dallo stesso Ministero dell’Ambiente non coprono neppure il 40 % del territorio.