Presentato il Rapporto ISPRA 2025: Amianto: dopo 33 anni è il fallimento di un’intera classe dirigente? I dati confermano l’immobilismo

Roma, luglio 2025 – Il nuovo Rapporto sui rifiuti speciali dell’ISPRA (Rapporto n. 416/2025) offre un quadro dettagliato e preoccupante sulla gestione dei rifiuti contenenti amianto in Italia. I dati, riferiti all’anno 2023, mettono in luce sia i progressi nel monitoraggio sia le persistenti criticità nella rimozione, smaltimento e trattamento dei materiali contaminati.
1. Quantità di rifiuti contenenti amianto
Nel 2023, i rifiuti contenenti amianto (RCAs) smaltiti in discarica sono stati 314.222 tonnellate, segnando un calo del 5,2% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, rimangono significativi i volumi stoccati, in particolare nel Nord Italia, dove si concentra oltre il 70% del conferimento totale.
2. Le Regioni con maggiori conferimenti
Le regioni Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto si confermano le principali aree di produzione e smaltimento dei rifiuti contenenti amianto, ma il numero di discariche operative resta estremamente limitato: solo 27 impianti attivi autorizzati a ricevere amianto sull’intero territorio nazionale
3. Criticità strutturali e impiantistiche
L’Italia non dispone ancora, nel 2023, di impianti su scala industriale per l’inertizzazione dell’amianto: la modalità prevalente rimane il conferimento in discarica, opzione che rinvia il problema piuttosto che risolverlo.
La mancanza di impianti e la scarsa omogeneità nella distribuzione geografica delle strutture idonee rappresentano un limite cronico. A ciò si aggiunge l’assenza di aggiornamenti dei Piani regionali amianto e una diffusa resistenza territoriale alla realizzazione di nuove strutture.
I numeri che non lasciano dubbi
Il settore delle costruzioni e demolizioni, principale fonte dei rifiuti contenenti amianto, rappresenta da solo oltre il 50% di tutti i rifiuti speciali prodotti in Italia. La produzione di rifiuti speciali non pericolosi da questo comparto ha superato 81 milioni di tonnellate, in crescita rispetto al 2022
Obiettivi scandalosamente disattesi
Il Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti fissava al 2020 l’obiettivo di ridurre i rifiuti speciali pericolosi del 10% per unità di PIL rispetto al 2010. Secondo il rapporto ISPRA, nel 2023 si è registrato invece un aumento del +15,8%, ben lontano dagli obiettivi fissati
L’intervento del Presidente dello Sportello Amianto Nazionale
In merito ai dati del rapporto, è intervenuto con parole durissime Fabrizio Protti, Presidente dello Sportello Amianto Nazionale:
“La situazione amianto dopo 33 anni è un evidente fallimento di una intera classe dirigente dello Stato. Il problema non è politico, è strutturale. Per 33 anni, all’interno dei ministeri e delle strutture preposte, nazionali e regionali, ci sono stati personaggi probabilmente inutili, che non hanno dimostrato forse alcuna capacita di saper governare i compiti a loro assegnati dalla politica e che ci hanno lasciato questa pesante eredità. Un Paese che non avanza, non per mancanze politiche, ma per evidenti inefficienze strutturali di uomini che spesso ancora oggi pontificano e addossano colpe altrui, giustificando stalli e probabili negligenze, quasi a dimenticare tutto il dolore che c’è dietro a questa incresciosa situazione che si protrae. Il rapporto ISPRA non fa altro che provare nei numeri, questo immobilismo, che è costato al Paese più di 100.000 morti in 33 anni e oltre 100 miliardi di spesa sanitaria per accompagnare alla morte nostri concittadini incolpevoli. I dati sono del 2023: l’auspicio è che questo governo cambi un paradigma inefficace, uomini probabilmente inadatti, e guardi finalmente al futuro. Perché a fronte di tutto questo, certamente, non ci sono saggi da salvare.”
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