Regione Lombardia e l’amianto. Problema volutamente dimenticato ?
Fabrizio Protti Presidente dello Sportello Amianto Nazionale chiede udienza al governatore Attilio Fontana.
Il rinnovo della giunta lombarda non sembra aver cambiato il trend che da anni caratterizza la politica della Regione Lombardia in ambito amianto. Pochi interventi, soprattutto a favore di altri enti pubblici per attività che non portano risultati concreti e solo limitate risorse per la bonifica di alcuni manufatti di proprietà statale. Nessuna collaborazione con gli stakeholder per completare una dinamica che, da decenni, produce risultati scarsi e dispendiosi, lasciando irrisolto il problema dell’esposizione all’amianto in una delle regioni più industrializzate d’Italia. Perche’?
L’amianto è un problema che da decenni mette a rischio la salute pubblica, eppure sembra essere finito ai margini delle priorità politiche della Regione Lombardia. Non solo mancano i bandi per la rimozione dell’amianto destinati ai privati, e anche quelli destinati al pubblico ancora presenti sul sito di regione sono chiusi da anni, ma c’è anche una sensazione di immobilismo generale che frena le soluzioni. Consultando il sito della Regione, risulta chiaro che non ci sono bandi attivi per la rimozione dell’amianto nelle proprietà private. Un vuoto operativo che rischia di aggravare ulteriormente una questione di sanità pubblica che avrebbe bisogno di un intervento rapido e concreto.
I bandi per la rimozione dell’amianto: un’opportunità persa per i privati e archiviata anche per il pubblico
Negli ultimi anni, la Regione ha pubblicato solo tre bandi, tutti scaduti e rivolti esclusivamente agli enti pubblici:
- Bando 2022 per gli enti locali: prevedeva contributi per la rimozione di amianto da edifici pubblici, ma le domande si sono chiuse il 28 febbraio 2022.
- Bando 2021 per gli enti locali: destinato agli enti locali per la rimozione di materiali contenenti amianto, ma scaduto l’11 marzo 2021.
- Bando 2019 per le scuole (Amianto Zero): dedicato agli edifici scolastici, si chiuse il 31 dicembre 2019.
Nessuno di questi bandi è stato rinnovato, e attualmente non esiste alcun tipo di sostegno per i cittadini privati che necessitano di bonificare le loro proprietà. Si tratta di una lacuna evidente nelle politiche della Regione, che sembra concentrarsi esclusivamente sul settore pubblico, ignorando che l’amianto è presente in gran parte anche negli edifici privati. A peggiorare le cose, l’ente pubblico continua a distribuire fondi quasi esclusivamente ad altri enti pubblici, in un circolo vizioso che non risolve il problema, ma anzi sembra mantenerlo.
I 400.000 euro spesi inutilmente: una decisione poco lungimirante
Un altro aspetto particolarmente controverso riguarda lo stanziamento di 400.000 euro da parte della Regione Lombardia, approvato nel 2018, per finanziare la mappatura delle coperture in amianto presenti sul territorio. Inizialmente, questo fondo fu accolto con entusiasmo, ma il risultato è stato deludente: i soldi sono stati destinati non per la mappatura vera e propria, ma per pensare a come realizzarla. L’obiettivo era finanziare la progettazione e la valutazione delle metodiche da utilizzare, senza però arrivare mai a un’azione concreta.
Nel 2019, ARPA Lombardia ha emesso un bando da 321.000 euro per sviluppare questo progetto. Tuttavia, da subito sono emersi dubbi sull’efficacia delle tecnologie scelte. Lo Sportello Amianto Nazionale, un attore che da anni collabora con molti comuni italiani per ottimizzare i processi di mappatura, ha sollevato critiche sulla scelta di utilizzare sensori iperspettrali VNIS-SWIR, una tecnologia risalente agli anni 2000, ormai superata. Questa tecnologia è in grado di rilevare solo coperture di amianto di grandi dimensioni, mentre oggi esistono soluzioni molto più avanzate ed economiche che consentono di individuare anche piccole coperture con una precisione molto maggiore .
L’ente pubblico, tuttavia, sembra essere restio a collaborare con gli stakeholder come lo Sportello Amianto Nazionale, che da anni offre la propria esperienza per migliorare i risultati e ridurre i costi. Questa chiusura non è solo un problema della Lombardia, ma riguarda anche altri enti pubblici in Italia, che spesso preferiscono restare chiusi in un sistema di automantenimento dello status quo che spessissimo ha portato a ingenti sprechi di denaro pubblico. Se ci fosse più apertura e collaborazione con tutti gli stakeholder che vivono i processi con la naturale tendenza a massimizzare il rapporto costi benefici, si potrebbero evitare sprechi di denaro pubblico e ottenere risultati molto più concreti e rapidi.
Una mappatura ferma al 2013 e mai aggiornata
Ad aggravare ulteriormente la situazione è il fatto che l’ultima mappatura completa dell’amianto in Lombardia risale al 2013. All’epoca, uno studio aveva rilevato che solo il 27% delle coperture in amianto presenti nel 2007 era stato rimosso entro il 2012. Da allora, non ci sono stati aggiornamenti significativi. E nonostante i fondi stanziati nel 2018, l’obiettivo di fornire una mappatura aggiornata non è mai stato raggiunto.
La Regione dovrebbe rompere il muro di chiusura e collaborare con gli stakeholder
È chiaro che l’approccio della Regione Lombardia, e in generale degli enti pubblici, dovrebbe cambiare. La mancata mappatura aggiornata e l’assenza di bandi per i privati sono sintomi di un sistema che probabilmente e’ sotto gli occhi di tutti non funziona. La Regione dovrebbe prendere in considerazione la necessità di una maggiore apertura e collaborazione con stakeholder esterni, come lo Sportello Amianto Nazionale, che da anni si offre di mettere la propria esperienza al servizio di molte istituzioni. Se ci fosse una maggiore cooperazione e condivisione anche a livello regionale delle migliori pratiche, si potrebbero ridurre gli sprechi di denaro pubblico e ottenere risultati migliori in tempi più rapidi e il campanilismo che spesso coopta gli enti dello Stato all’azione esclusiva inter pares sembra non funzionare e contribuire a perdite di tempo prezioso per tutelare la salute dei cittadini e perdita soldi della collettivita’.
Sarei felice di poter incontrare presto il governatore Attilio Fontana. Non solo la Regione Lombardia, ma tutti gli enti pubblici che ancora non lo fanno dovrebbero rivedere il loro approccio, aprendo il dialogo agli Stakeholder che hanno dimostrato sul campo di fare il bene per i cittadini in maniera efficace ed efficiente. Solo attraverso uno scambio continuo di idee e competenze si potranno risolvere problemi complessi come quello dell’amianto. Una maggiore apertura permetterebbe di affrontare il problema con più efficacia, portando a una riduzione dei costi e a una gestione migliore delle risorse pubbliche.
Dichiarazione di Fabrizio Protti Presidente dello Sportello Amianto Nazionale
In Conclusione
Il caso dei 400.000 euro spesi per un progetto di mappatura mai completato, unito alla totale assenza di bandi per i privati, evidenzia l’urgenza di un cambio di approccio. La Regione Lombardia dovrebbe agire con maggiore determinazione, promuovendo una mappatura aggiornata e destinando risorse non solo agli enti pubblici, ma anche ai cittadini. Aprirsi alla collaborazione con stakeholder qualificati che hanno dimostrato performance di efficienza indiscusse a livello nazionale, nel nome del mutuo soccorso alla cittadinanza come lo Sportello Amianto Nazionale, potrebbe portare a soluzioni più efficaci e meno costose. Solo con un impegno comune si potrà affrontare seriamente la problematica dell’amianto, garantendo una reale messa in sicurezza del territorio e una tutela efficace della salute pubblica.
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