Avon dichiara Bancarotta per il Talco all’amianto
Protti: Sempre piu’urgente un protocollo di controllo doganale sui cosmetici in ingresso in Europa
Avon dichiara bancarotta di fronte a 200 cause legali che collegano i suoi prodotti a base di talco al cancro Di Ariel Zilber
Avon Products Inc, un tempo potente azienda di vendita diretta grazie al suo esercito di venditrici porta a porta, sta dichiarando bancarotta in mezzo a una montagna di cause legali che sostengono che il talco nei suoi prodotti causa il cancro.
Avon Products, la holding “a oggi non operativa” con sede negli Stati Uniti e che commercializza i prodotti con proprio marchio all’estero, sta cercando protezione fallimentare in base alla legge sul Chapter 11 per far fronte al suo debito e alle passività ereditate dalle vittorie che la vedono colpevole di avere commercializzato prodotti a base di talco contenenti amianto.
Il marchio di bellezza utilizza il talco, un minerale che gia’ in altri casi è stato collegato per vicinanze estrattive alla presenza di amianto e percio’ alle malattie asbesto correlate e lo utilizza come tutti i produttori di cosmetici nelle misture per ciprie e negli ombretti.
Avon ha dichiarato bancarotta ai sensi del Chapter 11 negli Stati Uniti dal momento che negli ultimi anni, sono state intentate circa 200 cause legali contro Avon Products, accusando l’azienda di vendere prodotti al talco contaminati da amianto.
John Dubel, presidente di Avon Products, ha affermato che la dichiarazione di fallimento “massimizzerà il valore dei nostri asset e ci consentirà di far fronte ai nostri obblighi in modo ordinato, mentre l’azienda a livello internazionale restera’ concentrata sul progresso della sua strategia aziendale a livello internazionale, inclusa la modernizzazione del modello di vendita diretta e la riacquisizione del marchio per accelerare la crescita”.
Un nuovo CEO e una nuova azienda in continuita’ Avon Kristof Neirynck, dopo che nel dicembre 2022, una giuria di Los Angeles ha ordinato ad Avon di pagare più di 50 milioni di dollari a una donna dell’Arizona che ha affermato di aver ricevuto una diagnosi di cancro dopo aver utilizzato prodotti cosmetici contenenti talco contaminato dall’amianto. Il mese scorso, un uomo dell’area di Chicago che lavorava come addetto alle pulizie in uno stabilimento produttivo Avon in Illinois ha ricevuto 24,4 milioni di dollari da una giuria dopo che gli è stato diagnosticato un mesotelioma. Tali verdetti sono seguiti all’accordo raggiunto dal colosso farmaceutico Johnson & Johnson che ha risarcito con 6,5 miliardi di dollari all’inizio di quest’anno dopo che il suo talco per bambini era responsabile delle diagnosi di cancro alle ovaie.
I prodotti Avon sono venduti tramite vendita diretta da distributori indipendenti e per cui sembrerebbe che l’azienda con la dichiarazione di bancarotta e la riapertura voglia mettersi ai ripari e conservare gli asset da 350 miliardi di dollari e gestire al meglio le decine di migliaia di cause legali intentate da coloro che affermano di aver sviluppato malattie utilizzando i suoi prodotti.
J&J e Avon Products hanno entrambe negato le affermazioni secondo cui i loro prodotti a base di talco causano il cancro.
Il marchio ha affermato di “utilizzare solo talco di grado cosmetico che è stato testato per confermare che non contiene amianto”.
Nel 2016, Avon Products ha ceduto la sua attività con sede negli Stati Uniti, in Canada e a Porto Rico. I prodotti di bellezza Avon sono venduti in Nord America sotto l’ombrello di Avon Company e Avon è stata citata in giudizio da decine di persone che affermano che i suoi prodotti a base di talco hanno causato le loro diagnosi di cancro.
Avon Company agisce come entità indipendente e non è affiliata ad Avon Products. “Comprendiamo che c’è confusione sulla nostra struttura aziendale e vogliamo rassicurare i nostri rappresentanti e clienti che The Avon Company sta operando come al solito”, ha affermato Sun Moon, CEO di The Avon Company.
“The Avon Company ha tracciato la propria rotta sotto la nostra società madre LG H&H e rimaniamo impegnati a fornire prodotti e servizi eccezionali, perseguendo al contempo crescita e innovazione negli Stati Uniti, in Canada e a Porto Rico”.
Uno spacchettamento aziendale per affrontare le cause legali facendo fallire il soggetto che sara’ titolato ai risarcimenti.
“Non entro nel merito della situazione e mi astengo da ogni commento però rinnovo al Governo Italiano e al governo Europeo la necessità di instaurare protocolli seri di controllo nel settore della cosmesi che è evidentemente coinvolto in possibili vicinanze all’amianto come testimoniato dalle decine di sentenze worldwide. Noi dobbiamo credere nelle nostre industrie e non metto in dubbio la correttezza delle dichiarazioni di AVON e J&J sulla totale estraneità e probabilmente sulla sporadicità eventuale delle contaminazioni che li hanno visti imputati a risarcire delle vittime che però purtroppo stiamo piangendo. Sono assolutamente fiducioso rispetto all’etica di un sistema industriale serio ed integerrimo e perciò credo che dopo gli episodi del passato, le aziende che rappresentano multinazionali serissime nel mondo della cosmetica abbiano messo in atto altri ed ulteriori controlli di qualità e sicurezza per tutelare la salute dei loro clienti e lavoratori e che non si sottraggano da i loro impegni e dalle loro responsabilità verso le eventuali vittime, vista la loro serietà, ma resta inteso che il mondo della cosmesi è incentrato su produzioni conto terzi e popolato da migliaia di aziende minori e “no brand” provenienti da qualsiasi parte del mondo , anche da dove l’amianto è ancora estratto” Dichiara Fabrizio Protti Presidente dello Sportello Amianto Nazionale che prosegue “Per cui confidando nel fatto che i produttori e distributori seri non avranno mai paura di essere controllati, rinnovo il mio appello di pochi giorni fa a Governo Italiano e a Parlamento Europeo, per porre in atto severi controlli doganali che annullino il rischio di importazione di prodotti eventualmente contaminati“
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