Restart Scampia e la Questione Amianto: Censimento e Responsabilità
Troppi i dubbi gia’ sulle prime demolizioni e tra pochi giorni si ricomincia ad abbattere le Vele di Scampia. Non c’è assolutamente chiarezza sul fatto che le costruzioni siano state bonificate dall’amianto. Non si conosce il censimento riguardo alla presenza dell’inquinante per capire dove questo fosse/è presente. Non si trova il responsabile legale riguardo alla gestione del rischio correlato all’inquinante (RRA). L’abbattimento imminente sarà svolto in sicurezza? Troppi i dubbi ed i punti oscuri.
Il Progetto Restart Scampia rappresenta un’iniziativa cruciale per la rigenerazione del quartiere di Scampia, noto per le sue “Vele”, che nel tempo sono diventate il simbolo di un degrado urbanistico e sociale. Il progetto, che prevede la demolizione delle Vele A, C e D e la riqualificazione della Vela B, pone tuttavia una seria questione di salute pubblica riguardo la presenza di amianto nelle strutture, con implicazioni che richiedono un’attenta gestione per la tutela della sicurezza.
Dov’è l’amianto nelle Vele di Scampia? La Vela B, l’unica struttura che non sarà abbattuta ma riqualificata, è stata identificata come contenente amianto nei parapetti dei balconi e delle passerelle. Lo studio di fattibilità del progetto Restart Scampia allarma molto gli addetti ai lavori in quanto, si sospetta che l’amianto sia presente nelle reti di smaltimento delle acque e nei materiali utilizzati per la coibentazione delle tramezzature, ma appare evidente ed immediato che i dettagli sulla presenza esatta di amianto sono ancora poco chiari.
Richiesta di chiarimenti sul censimento dell’amianto
La legge parla chiaro e prima di demolire le strutture e iniziare la riqualificazione dell’unica vela che si trasformerà in un polo multifunzionale e in un centro commerciale, sarebbe opportuno che venga reso pubblico il censimento dell’amianto all’interno delle Vele, come previsto dal DM 6 settembre 1994, e che venga dichiarato dall’ente titolare del progetto, dove siano consultabili i dati relativi alla presenza dell’amianto in ciascuna delle strutture. Ad oggi, parrebbe che siano stati forniti dettagli sufficienti sui risultati del censimento, che è un passaggio fondamentale per valutare correttamente il rischio amianto e pianificare la bonifica in modo sicuro prima della demolizione che verosimilmente potrebbe spargere nuvole di polvere contaminata in giro per la città.
Chi è il Responsabile del Rischio Amianto (RRA)?
Un ulteriore aspetto critico è l’individuazione del Responsabile del Rischio Amianto (RRA), come richiesto dalle normative vigenti. Al momento, la figura di riferimento per il progetto è Massimo Santoro, indicato come Responsabile Unico del Procedimento, ma non è chiaro chi sia il delegato specifico per la gestione del rischio amianto figura in questo caso cruciale, poiché la nomina di un RRA è obbligatoria per garantire che tutte le operazioni siano condotte nel rispetto delle norme in materia di sicurezza e salute sul lavoro.
Chi ha vinto le gare d’appalto per la bonifica?
Un’altra questione cruciale riguarda le imprese coinvolte. Non sono ancora noti i nomi delle ditte che si occuperanno delle operazioni di bonifica e smaltimento dell’amianto. E’ evidentemente essenziale che vengano selezionate aziende qualificate e specializzate nella gestione di materiali pericolosi contenenti amianto, al fine di garantire la massima sicurezza durante la bonifica che deve per forza avvenire in una fase preliminare le operazioni di demolizione e riqualificazione.
Il costo del progetto e la trasparenza necessaria
Il progetto Restart Scampia ha un costo complessivo di 62 milioni di euro, che coprirà la demolizione delle Vele A, C e D, la bonifica dall’amianto e la riqualificazione della Vela B Questo si legge genericamente nello studio di fattibilità. Tuttavia, resta poco chiaro quanto di questo budget sarà dedicato specificamente alla bonifica dell’amianto e ciò potrebbe essere conseguenza del fatto che probabilmente non si è contezza di dove l’amianto sia presente nelle strutture, in probabile omissione delle normative vigenti.
Sarebbe opportuno che l’ente titolare del progetto mettesse maggiore trasparenza sui fondi stanziati per la gestione di questo materiale, correlando gli impegni economici ai censimenti e rendendo per tramite del Responsabile Rischio Amianto incaricato, una precisa relazione descrittiva riguardo le tecniche di bonifica che l’impresa vincitrice, presumiamo, di un appalto applicherà così rendendo possibile verificare, in massima trasparenza, che i costi siano adeguati, e gli attori pure, per garantire un intervento conforme alle normative.
Sicurezza e tutela della salute pubblica
La sicurezza dei lavoratori e dei residenti deve essere la priorità assoluta in un progetto di questa portata. La gestione dell’amianto richiede un’attenzione estrema e anzitutto prioritaria in questo progetto, e tutte le operazioni devono essere condotte secondo le normative previste dal Decreto Legislativo 81/2008, secondo la 257/92 ed il Dm 84 oltre che di tutti i regolamenti e le indicazioni in materia di Amianto e sicurezza per la salute.
Che gli enti facciano chiarezza e che si impegnino a monitorare attentamente la situazione. E’ necessario che gli enti responsabili di garantire la trasparenza dovuta si attivino per verificare che ogni passaggio legale sia rispettato, salvaguardando la salute di tutti
Fabrizio Protti Sportello Amianto Nazionale
Di seguito il progetto di fattibilità tecnico economica presentato dal comune di Napoli nel 2016
Di seguito un’altra versione del progetto di fattibilità tecnico economica presentato dal comne di Napoli
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